Creare un humus fertile per garantire anche ai cittadini italiani equo accesso ai servizi della sanità digitale e l’arrivo delle terapie digitali. Cittadini e medici sarebbero favorevoli. Serve un’azione decisa delle istituzioni.
Nel mondo c’è chi si è già mosso per creare un substrato capace di sostenere l’evoluzione della rivoluzione digitale in sanità: non solo tele-medicina ma anche terapie digitali sono già disponibili sul mercato internazionale.
Da questo punto di vista l’Italia è indietro, non tanto per visione e capacità di sviluppo, quanto da un punto di vista giuridico e normativo.
Simona Loizzo, presidentessa dell’Intergruppo Parlamentare Sanità Digitale e Terapie Digitali, conferma: “dobbiamo riconoscere che a oggi sanità digitale e terapie digitali mancano ancora di un quadro chiaro di riferimento sul piano delle norme e delle procedure dal punto di vista scientifico e regolatorio; è quindi compito della politica intervenire per recuperare il ritardo rispetto agli altri Paesi che già si stanno muovendo in modo organico.
Per questa ragione, come Intergruppo, abbiamo presentato una proposta di legge per definire gli ambiti d’uso delle terapie digitali e istituire organismi di valutazione e monitoraggio”.
La proposta è stata presentata durante gli stati generali della sanità digitale e delle terapie digitali, evento organizzato dall’Intergruppo Parlamentare omonimo in collaborazione con il Politecnico di Milano e la rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief.
Utilizzo delle terapie digitali da parte di cittadini e medici
Al momento sono 93 le terapie digitali già disponibili nel mondo, concentrate soprattutto su alcune aree mediche, ovvero psichiatria (37%), endocrinologia (14%), reumatologia (10%) e oncologia (10%). Quattro i Paesi già attivi da questo punto di vista: Germania, Francia, Regno Unito e USA.
“La tecnologia al servizio dell’umanità: mai come negli ultimi anni, segnati dall’evoluzione del digitale, dell’intelligenza artificiale e dalla potenza dei dati, questa affermazione è ancora più vera e sostanziata da studi e applicazioni.
In campo diagnostico, così come nella strumentazione, nella sensoristica, nei processi rieducativi, la tecnologia è un fattore abilitante che consente valutazioni e interventi sempre più efficaci e tempestivi”: queste le parole della rettrice del Politecnico di Milano, Donatella Sciuto.
L’Istituto milanese, con il suo Osservatorio Sanità Digitale, rappresenta un punto di raccolta e raccordo dati importante. Per esempio, rispetto alle terapie digitali uno studio dell’Osservatorio ci rimanda un alto interesse da parte dei cittadini, il 65% dei quali sarebbe disposto a farsi trattare con una terapia digitale prescritta dal proprio medico curante.
Allo stesso tempo, circa la metà dei medici di medicina generale e specialisti prescriverebbe queste terapie, se ne avesse la possibilità. Alla sanità digitale sono inoltre associati molti fondi del PNRR. Da ultimo, questo mercato ha visto crescere la spesa associata negli ultimi anni, arrivando nel 2023 a 2,2 miliardi di euro. Ciò che manca è un piano normativo che ne consenta l’utilizzo.
La richiesta dell’Intergruppo parlamentare
L’Intergruppo parlamentare Sanità Digitale e Terapie Digitali ha elaborato una lettera aperta, rivolta ai “rappresentanti del Governo, al Ministro della Salute, ai parlamentari eletti nella XIX Legislatura, ai presidenti delle Regioni e ai leader dei partiti”, nella quale si evidenziano possibili passi per supportare lo sviluppo della sanità digitale e delle terapie digitali anche nel nostro Paese.
Vediamoli. Favorire l’avvio di un Osservatorio Permanente Nazionale sulla Sanità Digitale e sulle Terapie Digitali; interagire con altri organismi parlamentari e istituzionali europei su questi ambiti favorendo tavoli di interscambio; dialogare con le autorità e le istituzioni dei Paesi del Mediterraneo favorendo il confronto permanente; assicurare equità di accesso nazionale e regionale agli strumenti di sanità digitale; conferire supporto socio-politico-sanitario al riconoscimento e alla diffusione territoriale delle terapie digitali anche nel nostro Paese; promuovere sinergie istituzionali utili a un indirizzo regolatorio comune sul tema delle terapie digitali; identificare iniziative a livello istituzionale incentrate sul tema della sostenibilità delle terapie digitali per assicurarne la diffusione all’interno del Servizio Sanitario Nazionale.
Ognuno di questi punti richiede impegno e lavoro, ma senza sarà difficile che le nuove terapie arrivino anche in Italia. Occorre inoltre migliorare il flusso di comunicazione tra strutture sanitarie e cittadino, partendo dalla condivisione della cartella informatizzata e dalla prenotazione delle prestazioni, che può diventare più agevole per tutti.