Prevenzione dei tumori HPV correlati, il valore della vaccinazione nell’adulto

Si stima che il papilloma virus umano sia causa nel mondo del 100% dei tumori della cervice uterina, dell’88% dei tumori anali, del 78% dei tumori vaginali, del 53% dei tumori del pene, del 30% dei tumori orofaringei, del 25% dei tumori della vulva, per citare i principali.

Numeri che in Italia si traducono in 5.000 casi annui attribuiti a infezioni croniche di ceppi oncogeni di HPV, con un nesso causale riconosciuto in oltre il 95% dei tumori della cervice uterina, circa 2.400 nuovi casi stimati nel 2020, e per una quota variabile per le altre forme tumorali citate. Numeri che richiamano un’attenzione in termine di prevenzione innanzitutto.

La vaccinazione

È efficace a largo raggio, in uomini e donne, indipendentemente dall’età giovane o adulta, con una importante azione preventiva contro l’insorgenza di tumori correlati a infezioni da HPV, la cui prevalenza resta elevata.

Per esempio, si osserva un primo picco nelle giovani donne, intorno ai 25 anni di età, pari al 56,1% e un secondo verso i 45 anni, con tassi del 44,4%, probabilmente dovuto in parte all’emersione di infezioni preesistenti ma anche a infezioni di nuova acquisizione. Negli uomini, invece, la prevalenza rimane costante nel corso della vita, aggirandosi intorno al 30% di casi.

La vaccinazione anti-HPV, come noto, viene somministrata in 2 o 3 dosi, in base all’età, e viene offerta a ragazzi e ragazze a partire dall’undicesimo anno di vita.

Il recupero di chi non è stato precedentemente vaccinato o non abbia completato il ciclo vaccinale, in una azione definita di catch up, è raccomandato per le donne almeno fino a 26 anni compiuti, anche utilizzando la chiamata al primo screening per la prevenzione dei tumori del collo dell’utero, e per gli uomini almeno fino a 18 anni compresi. L’efficacia è dimostrata anche in studi nell’adulto.

Gli studi condotti

Il vaccino quadrivalente contro l’HPV è stato valutato in uno studio clinico (1) da cui è emersa la sua efficacia in donne adulte di età 24-45 anni, in donne positive all’infezione con HPV e negli studi di estensione.

Dall’analisi dei dati di alcuni studi di sviluppo clinico del vaccino quadrivalente, è anche emerso che il vaccino può proteggere dall’infezione gli adulti non vaccinati che hanno avuto in precedenza infezioni da altri tipi di HPV contenuti nel vaccino. Anche una metanalisi conferma il valore clinico della vaccinazione nelle donne adulte precedentemente esposte, riportando un’efficacia del 87% contro la displasia cervicale da tipi 16/18 (2).

Dati supportati anche da evidenze di real world che mostrano riduzioni significative delle infezioni da tipi di HPV vaccinali, dei condilomi genitali, delle lesioni precancerose di alto grado cervicali e vulvo-vaginali fino ad arrivare all’evidenza di riduzione del tumore della cervice ed al dato sorprendente della Svezia di riduzione del 88% dei casi di tumori della cervice nelle vaccinate prima del debutto sessuale.

Mentre in relazione al vaccino nonavalente, uno studio registrativo condotto su donne di età compresa tra 16 e 26 anni ne dimostra l’efficacia contro la displasia cervicale di alto grado correlata ai tipi di HPV coperti dal vaccino (16/18/31/33/45/52/58) ed efficacia mantenuta nel tempo.

Uno studio di estensione di lungo termine (LTFU) condotto in Danimarca, Norvegia e Svezia a partire dal 2014, per valutare se l’efficacia rimanesse superiore al 90% fino a 14 anni dopo la vaccinazione e di cui sono stati pubblicati i primi risultati a 12 anni dalla vaccinazione, confermano e ampliano quelli della precedente analisi a 8 anni.

Valore aggiunto, dall’inizio del periodo di studio, non si sono osservati casi di lesioni pre-cancerose o tumori correlati ai ceppi di HPV coperti dal vaccino, indicando un’efficacia del 100% durante il periodo di monitoraggio, senza mostrare in un modello statistico segnali di calo a almeno 10 anni dopo la vaccinazione, sebbene a questa deadline le conclusioni non sono ancora definitive (3).

Studi sulla popolazione maschile

Promettenti anche i dati di efficacia nella vaccinazione maschile. Due studi clinici randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo hanno dimostrato la capacità del vaccino quadrivalente di prevenire il 100% delle infezioni genitali esterne persistenti e la malattia anale correlata ai tipi di HPV vaccinali negli uomini di età compresa tra 16 e 26 anni (sia eterosessuali che non) (4).

In conclusione

A distanza di oltre 15 anni dall’introduzione dei vaccini anti-HPV, oltre alla conferma dell’efficacia profilattica a lungo termine della vaccinazione nei soggetti non ancora esposti alle infezioni (adolescenti prima dell’esordio sessuale), nelle donne precedentemente esposte al virus e in quelle che hanno subito un trattamento per lesioni pre-cancerose, nuovi dati sostengono il potere di immunogenicità ed efficacia vaccinale negli adulti di ambo sessi.

Bibliografia

1) Protocollo 019, FUTURE III

2) Mac Eochagain C, Power R, Parker I et al. HPV vaccination among seropositive, DNA negative cohorts: a systematic review & meta-analysis. J Gynecol Oncol. 2022 May;33(3):e24

3) Kjaer SK, Hetland Falkenthal TE, Sundström K et al. Long-term effectiveness of the nine-valent human papillomavirus vaccine: Interim results after 12 years of follow-up in Scandinavian women. Human Vaccines & Immunotherapeutics, 2024, 20(1):2377903. Doi: 10.1080/21645515.2024.2377903

4) Giuliano AR, Isaacs-Soriano K, Torres BN, et al. Immunogenicity and safety of Gardasil among mid-adult aged men (27-45 years) The MAM Study. Vaccine. 2015;33(42):5640-5646

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