Presentato a Milano il PDTA di nutrizione oncologica

(immagine: Canva)

Regione Lombardia è in attesa della delibera del PDTA sui percorsi nutrizionali in oncologia, frutto di un importante lavoro decennale, che ha visto la partecipazione di più figure professionali – clinici, nutrizionisti, società scientifiche, come AIOM, associazione pazienti come FAVO, fra i principali – e dell’aumentata consapevolezza del ruolo e dell’importanza del supporto nutrizionale in oncologia.

Cruciale nella gestione del paziente in tutte le fasi della malattia e della cura, l’accompagnamento nutrizionale non viene tuttavia sempre adeguatamente messo in atto, nonostante i numeri.

Vi è evidenza che la malnutrizione sia responsabile del decesso di un paziente oncologico su 5, che il 51% dei pazienti arrivi alla prima visita oncologica riportando deficit nutrizionali e che il 9% dei pazienti versino in uno stato generale di malnutrizione.

L’istituzionalizzazione di PDTA nutrizionali e di una rete nazionale nutrizionale promettono di contenere i numeri e di dare risposta ai bisogni clinici del paziente.

L’impatto dello stato nutrizionale

Una corretta presa in carico nutrizionale può influenzare positivamente la risposta ai trattamenti, ridurre le complicanze postoperatorie, diminuire il rischio di infezioni e migliorare lo stato immunitario e significativamente la qualità di vita e la sopravvivenza dei pazienti, contenere i costi per il sistema e l’assistenza sanitaria.

Il PDTA è finalizzato ad accompagnare il paziente nel percorso di cura, garantendo la facilità di accesso ed equità ai trattamenti: entrare in una rete di supporto nutrizionale consente al paziente di ricevere, indipendentemente dalla struttura in cui è seguito, lo stesso protocollo di cura, condiviso a livello nazionale.

Inoltre, il PDTA, multidisciplinare, grazie alla partecipazione di tutti gli stakeholder, pazienti compresi, assicura attenzione a tutti gli aspetti, richieste e necessità della malattia oncologica, la presa in carico di ciascun paziente e la migliore finalizzazione delle risorse umane ed economiche.

Non ultimo il PDTA, strumento dinamico, contente di attuare di anno in anno strategie migliorative a vantaggio della personalizzazione e precisione del trattamento: specificatamente il PDTA della nutrizione prevede degli indicatori, cioè la misurazione determinati requisiti e parametri valutati anche tramite audit, che ne garantiscono efficaci e qualità.

L’auspicio è che l’informatizzazione della cartella clinica possa consentire la misurazione di questi indicatori anche tramite i flussi della banca dati degli assistiti e quindi analizzati mensilmente, in linea con quanto attuato, per esempio, per le Brest Unit, su un portale regionale, offrendo un ulteriore elemento per l’ottimizzazione del trattamento.

Non ultimo, da ottobre del 2021 Regione Lombardia si è dotata di nuovi strumenti normativi e decreti al fine di regolamentare l’organizzazione della nutrizione clinica a livello ospedaliero e territoriale. Obiettivi che sono stati favoriti anche dalla strutturazione e implementazione di una rete di nutrizione clinica.

La Rete

L’approvazione delle Linee d’indirizzo sulla nutrizione del paziente oncologico a livello nazionale ha favorito lo sviluppo in alcune Regioni di interventi mirati, per esempio PTDA strutturati in Campania, Sicilia e Emilia-Romagna.

Regione Lombardia ha istituito la Rete Regionale della Nutrizione Clinica, similmente alla Regione Piemonte, al fine di favorire l’omogeneità territoriale delle varie attività di prevenzione, diagnosi e cura della malnutrizione, nell’ambito delle patologie che necessitano di un intervento nutrizionale, in primo luogo il tumore gastrico e gastrointestinale a maggiore rischio per malnutrizione e della testa-collo, ma anche formalizzare un PDTA regionale dedicato alla nutrizione in oncologia che garantisca una presa in carico nutrizionale omogenea e standardizzata presso i Centri della Rete, sviluppare tramite la propria rete regionale di nutrizione clinica e una apposita commissione multidisciplinare, trasversale in termine di competenze, l’implementazione di percorsi in ambito di Nutrizione in Oncologia, in ottemperanza alle Linee di Indirizzo ministeriali.

È fondamentale che modelli virtuosi adottati da alcune strutture vengano sistematizzati a livello regionale e nazionale: ciò significa per tutti i tumori occorre prevedere trattamenti integrati, preceduti da screening nutrizionali come quelli attuati in Lombardia, la prima a implementare questo approccio in attesa che vegano definiti specifici DRG e rimborsi, e un adeguato supporto; il rischio in caso contrario è la possibile interruzione del percorso di cura con outcome estremamente negativi a lungo termine sui trattamenti.

Obiettivo è dunque fornire al paziente oncologico un intervento nutrizionale il più integrato possibile e un trattamento il più immediato possibile, senza alcuna discriminazione sia nel caso afferisca a strutture già proviste di una organizzazione interna ben funzionante rispetto a strutture che hanno bisogno di un supporto in più e di una linea guida cui adeguarsi.

Non ultimo, disporre di PDTA migliora anche l’accesso e lo sviluppo di ricerca clinica, quindi dando maggiore fattibilità a linee successive di trattamento e l’esposizione a una più ampia gamma di famaci, anche innovativi.

Impatto economico della malnutrizione in oncologia

Uno studio della SINPE – Società Italiana di Nutrizione Parenterale ed Enterale del 2022, mirato a valutare i costi della malnutrizione e viceversa i guadagni di una corretta gestione trasversalmente a tutti i pazienti, non solo oncologici, stima un risparmio di circa 16 miliardi anno dalla corretta nutrizione, da cui emerge un rapporto costo-efficacia superiore rispetto ad altre terapie.

La corretta nutrizione rappresenta un intervento a basso costo dalle importanti rilevanze cliniche ed economiche. Aspetti cruciali in un contesto di sostenibilità del sistema sanitario.