Dalle malattie neurologiche disimmuni si può guarire

Le malattie neurologiche disimmuni possono essere confuse con altre patologie, ma è sufficiente un esame del sangue per rilevare gli anticorpi responsabili di queste forme autoimmuni. Si manifestano in prevalenza tre i giovani, soprattutto di sesso femminile e anche in età pediatrica, ma grazie a terapie, per ora sperimentali, le cure stanno riscuotendo successo su 9 pazienti su 10. Il prof. Giometto, direttore del Centro di Neurologia dell’Ospedale Santa Chiara di Trento, contribuisce alla ricerca e allo studio di nuovi anticorpi e alla cura di pazienti di altre sedi.

Che cosa sono?

Fino a qualche tempo fa erano annoverate tra le patologie rare, non se ne parlava molto, finché non se ne sono approfonditi i meccanismi. Le malattie neurologiche disimmuni, colpendo il sistema nervoso centrale e periferico, possono causare disabilità anche gravi. Sembra uno scenario già noto, così come i sintomi che coinvolgono sia la parte motoria, influenzando capacità di camminare o afferrare oggetti e provocando perdita di sensibilità, formicolio o dolore a mani e piedi, sia la sfera cognitiva, inducendo crisi epilettiche e stati di demenza.

Manifestazioni e segnali, spesso riconducili, ad altre patologie: non è semplice diagnosticare una malattia neurologica disimmune, spesso confusa con depressione, sofferenza psichica, sindrome da somatizzazione e anche ipocondria.

Il prof. Bruno Giometto, dell’Università degli Studi di Trento e direttore della UO di Neurologia dell’Ospedale Santa Chiara di Trento, è intervenuto sullo stato dell’arte delle malattie disimmuni e di patologie emergenti.

Prof. Bruno Giometto

«Le forme patologiche disimmuni del sistema nervoso periferico si sono sempre conosciute, ma di queste emergenti che colpiscono il cervello, il midollo osseo, quindi il sistema centrale, si parla da circa vent’anni. Si pensava fossero legate ai tumori, per questo erano definite paraneoplastiche. Da qui, io e alcuni colleghi avevamo aderito a un progetto finalizzato a raccogliere in un database i dati relativi ai rari casi, un migliaio circa.

Dallo studio di questo gruppo sono emerse informazioni interessanti. Quando, per esempio, c’era il sospetto di encefalite virale e non si trovava il virus, oppure in caso di demenze a rapida evoluzione, non riconducibili ad Alzheimer o si manifestavano forme di strani comportamenti che non sembravano avere origini psichiatriche, sono stati individuati anticorpi specifici, identificati e caratterizzati in questi anni che ci hanno permesso di concludere si trattassero delle proteine responsabili delle malattie autoimmuni.

Di fronte a questi tre scenari di malattie non virali e non psichiatriche ci siamo resi conto che, proprio intervenendo sugli anticorpi che agivano contro i neuroni cerebrali, il paziente riscontrava miglioramenti, fino alla sua guarigione. Tra le malattie neurologiche disimmuni la più nota e diffusa è la sclerosi multipla, per la quale, però, non sono stati ancora identificati marcatori accurati e facilmente misurabili».

La diagnosi

Da questa analisi, si è evinto che le malattie neurologiche disimmuni sono trattabili, tuttavia la diagnosi non è semplice. «È importante che la diagnosi non venga fatta troppo tardi, altrimenti nel cervello s’instaurano danni anche irreversibili (per esempio, capacità cognitiva non più nella norma e deficit che restano selettivi). È importante identificare precocemente i pazienti che hanno in circolo gli anticorpi imputati, solo così si riesce a intervenire con un trattamento specifico.

Nell’ultimo decennio, in particolare, c’è stato un importante avanzamento: se un tempo le encefalopatie disimmuni erano scambiate per encefaliti, oggi si è visto che molte di queste patologie sono autoimmuni e non infettive, grazie agli anticorpi che ci danno informazioni. Se le trattiamo in modo corretto, il paziente guarisce e questo è un aspetto non trascurabile».

Per effettuare una corretta diagnosi della malattia, è sufficiente sottoporre il paziente a esame del sangue, indagando la presenza degli anticorpi.

Non è una novità la valutazione degli anticorpi in presenza di lupus, di diabete autoimmune, di artrite reumatoide e di tutte quelle forme infiammatorie: ma trattandosi di anticorpi che agiscono contro le cellule del sistema nervoso, il discorso cambia. Ora, infatti, è previsto un gruppo di esami e del liquor proprio per la ricerca degli anticorpi antineurone.

Tali patologie, nonostante i progressi, restano non facili da diagnosticare e richiedono esperienza da parte del clinico, ecco perché i test di laboratorio innovativi con marcatori sierologici specifici hanno un ruolo sempre più importante.

Le terapie

Quanto alle terapie, secondo il prof. Giometto, sono stati fatti grandi passi in avanti: «una volta diagnosticata la patologia, si procede al trattamento con terapie cortisoniche di primo livello efficaci, come anche immunoglobuline o plasmaferesi, ma anche terapie di secondo livello.

Queste ultime sono importanti quando abbiamo una diagnosi certa di malattia, perché si iniettano anticorpi monoclonali che bloccano i linfociti che producono gli anticorpi. Si è visto, infatti, che esistono farmaci molto più potenti che possono intervenire con successo alla cura di queste patologie.

Rituximab, farmaco usato dai reumatologi per le malattie infiammatorie che agisce azzerando i linfociti b, in questi casi, la fa da padrone. I pazienti trattati con questo anticorpo monoclonale mostrano miglioramenti: la produzione degli anticorpi che vanno a colpire i neuroni viene bloccata.

Secondo analisi recenti, le terapie per le encefaliti disimmuni funzionano per quasi 9 pazienti su 10, ma è altrettanto importante sottolineare che i pazienti a oggi ancora non rispondono alle nuove terapie sperimentali. Ci stiamo ancora lavorando. I pazienti sui quali sono evidenti miglioramenti clinici devono essere monitorati nel tempo effettuando controlli ematici perché ne esiste una quota sempre a rischio di riacutizzazione e di recidive».

Quali sono i soggetti più colpiti?

«Queste patologie colpiscono tutte le fasce d’età, a partire da quella pediatrica», ha fatto sapere il dott. Giometto. L’anticorpo NMDA-R colpisce in prevalenza i giovani tra 20 e 30 anni e soprattutto le donne specialmente con teratoma ovarico, un tumore benigno molto comune.

La malattia nei giovani si manifesta con disturbi psichiatrici, psicosi e disturbi del comportamento acuti, fino alla catatonia. Gli anticorpi imputati bloccano il recettore del neurone, l’acido glutammico, bloccano l’attività. Il NMDA-R è l’anticorpo responsabile delle forme autoimmuni che si sviluppano in età pediatrica.

Un altro anticorpo importante è LGI1, si riscontra con più probabilità negli anziani e si manifesta con problemi di memoria e crisi epilettiche. Il vantaggio è che si tratta di demenza reversibile, se curata correttamente. In conclusione, se nei bambini e nei giovani riscontriamo in prevalenza malattie che sembrano psichiatriche ma sono autoimmuni, in adulti e anziani si presentano con crisi epilettiche e demenza».

Spie di forme tumorali?

«Alcune forme di malattie autoimmuni neurologiche possono rappresentare segnale di una forma tumorale ancora non rilevata. In genere, infatti, vengono prima le manifestazioni neurologiche del riscontro del tumore. In questo caso, oltre a diagnosticare precocemente il tumore, occorre sempre un corretto inquadramento del rapporto tra forme paraneoplastiche e malattia oncologica.

Un centro all’avanguardia

L’UO di Neurologia dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è un punto di riferimento per queste patologie. «Accogliamo molti pazienti anche da altre sedi. Qui, dopo diagnosi corrette, cerchiamo d’individuare anche nuovi anticorpi che vengono caratterizzati. Oggi ne abbiamo oltre una decina responsabili di queste malattie neurologiche disimmuni.

Inoltre, partecipiamo a uno studio internazionale per identificare sempre più anticorpi per individuare terapie sempre più efficaci e siamo parte di un network italiano. La ricerca è molto giovane e certo promettente».

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui