Quello a carico del pancreas è, a oggi, il tumore associato a prognosi peggiore, con sopravvivenza a un anno del 34% nell’uomo e del 37,4% nella donna e a cinque anni dell’11% nell’uomo e del 12% nella donna. Questa forma tumorale colpisce circa 14.500 soggetti l’anno.
Il mondo della ricerca sta sperimentando diverse soluzioni terapeutiche per migliorare la prognosi di questi pazienti. L’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, per esempio, ha da poco avviato uno studio clinico incentrato sul nuovo farmaco molecolare RMC-6236, indirizzato a una mutazione del gene KRAS, molto frequente nel tumore del pancreas e sino a oggi mai utilizzata come bersaglio molecolare. O, meglio, esiste una terapia attiva per una specifica mutazione di questo gene, ma ce ne sono molte altre che non sono ancora coperte da farmaci.
Lo studio RASolute 302 intende proprio sperimentare RMC-6236 su queste mutazioni. Si tratta di uno studio di fase III, multicentrico, internazionale e randomizzato, che arruolerà 500 pazienti, coinvolgendo diversi centri nel mondo, tra Stati Uniti, Europa e Giappone. In Italia partecipano 4 centri, tra i quali l’IEO è il primo a essere stato autorizzato per la sperimentazione ed è stato quindi il primo a partire.
Lorenzo Gervaso, medico oncologo della divisione di oncologia medica gastrointestinale e tumori neuroendocrini di IEO, spiega: «l’obiettivo dello studio è aumentare la sopravvivenza di questi pazienti. Abbiamo buone speranze perché negli studi di fase 1 RMC-6236 ha mostrato incoraggianti dati di efficacia e una buona tollerabilità».
In partenza anche arruolamento per PRISM-1
A breve presso lo IEO sarà avviato anche lo studio PRISM-1, studio di fase III, randomizzato, controllato con placebo e in doppio cieco, multicentrico, incentrato sulla sinergia clinica tra chemioterapia e la molecola quemliclustat, farmaco con azione modulatoria sul sistema immunitario, al trattamento chemioterapico standard di prima linea.
Si pensa di arruolare circa 610 pazienti, che riceveranno o la chemioterapia e il nuovo farmaco, o la chemioterapia e un placebo. Le chemioterapie possibili saranno con nab-paclitaxel o gemcitabina, il trattamento chemioterapico standard. In IEO lo studio sarà seguito dal dott. Gervaso.
Lo studio darà attenzione anche al profilo di sicurezza del farmaco.
Nicola Fazio, direttore della divisione di Oncologia Medica Gastrointestinale e Tumori Neuroendocrini, conclude: «entrambi gli studi rappresentano prima di tutto importanti opportunità per i pazienti con tumore del pancreas per ampliare le opzioni terapeutiche.
Saranno, altresì, un contributo importante per la ricerca clinica e auspicabilmente per introdurre nuove cure mirate per l’adenocarcinoma pancreatico, di cui c’è tanto bisogno, considerando il peso della malattia su pazienti e famigliari.
Perciò è particolarmente importante, e ne siamo fieri, che studi clinici internazionali con terapie innovative tengano in considerazione prioritariamente lo IEO e l’Italia per la lotta contro il tumore al pancreas».