La seconda settimana di dicembre 2024 si è chiusa con una netta opposizione da parte di tutto il settore farmaceutico, e non solo, all’emendamento proposto dalla maggioranza al DDL Liste d’attesa per l’abolizione del requisito della specializzazione per i laureati in Farmacia e Farmacia Industriale abilitati a esercitare la professione per poter partecipare ai concorsi pubblici per dirigente del SSN.
In poche ore hanno espresso il proprio parere negativo SIFO, FOFI e Anaao Assomed, con esplicito impegno a interpellare direttamente il ministro della Salute Orazio Schillaci. L’azione diretta ha portato al risultato sperato e l’emendamento è stato cancellato.
Il commento di Arturo Cavaliere
Il presidente di SIFO, Arturo Cavaliere, si è detto soddisfatto della cancellazione dell’emendamento. Ecco la sua dichiarazione: “Non possiamo che ringraziare il ministro Schillaci, il sottosegretario Gemmato e gli uffici ministeriali per la loro azione rapida e incisiva, che ha portato al ritiro dell’emendamento in questione, un testo che aveva creato in SIFO e in tutto il comparto delle professioni sanitarie perplessità e sconcerto”.
Cavaliere riconosce, poi, il ruolo svolto anche dalle altre sigle di settore: “L’unità d’intenti espressa nelle ultime giornate da molte sigle scientifiche, associative e societarie, tra quali FOFI, ha permesso di agire tutti insieme nella stessa direzione, confermando una comunanza di visioni sul futuro del SSN.
Questa visione si basa anche sulla valorizzazione del farmacista ospedaliero, professionista che oggi interpreta ruoli e responsabilità nell’area dell’alta complessità di cura ospedaliera, integrandosi con quello di comunità che accompagna la cronicità e la presa in carico sul territorio, in un binomio vincente a tutto vantaggio della salute dei cittadini e della qualità delle cure”.
Sventato un pericoloso precedente
L’articolo imputato e già abolito era il 6-bis “Disposizioni relative all’esercizio della professione di farmacista”, proposto dagli on. Pogliese, Russo, Bucalo, Sallemi, Satta e Mancini.
Tra le ragioni che hanno portato a chiedere l’annullamento da parte di SIFO, FOFI e Anaao Assomed c’era il rischio di diminuire la tutela della salute pubblica, compromettendo “la qualità del servizio offerto nelle strutture sanitarie, mettendo a rischio i pazienti e vanificando decenni di progresso nel settore della farmacia ospedaliera e territoriale del SSN”, come sottolineato da Pierino di Silvero, segretario nazionale di Anaao Assomed.
Ma non solo. L’emendamento rischiava di rappresentare uno scomodo precedente. Di Silviero ha parlato, nei giorni antecedenti l’annullamento dell’emendamento, di vulnus legislativo rispetto al D.Lgs. 502/92, “poiché i farmacisti sarebbero l’unica categoria a non avere il requisito peculiare dell’intera area della dirigenza sanitaria”.
Questo sdoganamento di una richiesta specifica di legge avrebbe aperto poi alla possibilità di ripetere la stessa procedura anche per altre figure sanitarie, compromettendo la qualità di tutto il SSN. E ciò anche se la procedura fosse fatta in buona fede.