Approvata a livello europeo la combinazione amivantamab e lazertinib come trattamento di prima linea nel carcinoma polmonare avanzato con mutazioni dell’EGFR. L’approvazione si basa sui risultati dello studio di fase III MARIPOSA che ha dimostrato che il trattamento combinato rappresenta il primo regime in grado di dimostrare un beneficio superiore in termini di sopravvivenza globale rispetto all’attuale standard di cura.
Il carcinoma polmonare rappresenta la forma neoplastica che provoca il maggior numero di decessi in Europa. Nel 2022 sono state stimate 484.306 nuove diagnosi in Europa, di cui l’85% è rappresentato da carcinoma polmonare non a piccole cellule – NSCLC. Tra le mutazioni più comuni nel NSCLC vi sono quelle del gene codificante per il recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR), un recettore tirosin-chinasico che aiuta le cellule a proliferare e a dividersi.
Il tasso di sopravvivenza a cinque anni per tutte le persone con NSCLC metastatico e mutazioni EGFR trattati con inibitori della tirosin-chinasi dell’EGFR è inferiore al 20%.
Approvazione di amivantamab e lazertinib
Lo scorso 24 gennaio è stata approvata in Europa la combinazione a base di amivantamab e lazertinib per il trattamento di prima linea di soggetti adulti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) avanzato con delezioni nell’esone 19 o mutazioni di sostituzione L858R nell’esone 21 del fattore di crescita dell’epidermide (EGFR).
I pazienti con delezioni dell’esone 19 di EGFR o mutazioni L858R hanno una sopravvivenza a cinque anni nel mondo reale del 19%.
I risultati dello studio fase III MARIPOSA
L’approvazione europea si basa sui risultati dello studio di fase III MARIPOSA che ha arruolato 1.074 pazienti e ha valutato la combinazione a base di amivantamab e lazertinib rispetto a osimertinib come trattamento di prima linea nei soggetti adulti con NSCLC localmente avanzato o metastatico con delezioni dell’esone 19 o mutazioni di sostituzione L858R dell’esone 21 dell’EGFR.
L’endpoint primario dello studio era la sopravvivenza libera da progressione mentre gli endpoint secondari includevano la sopravvivenza globale (OS), il tasso di risposta globale (ORR), la durata della risposta (DOR), la sopravvivenza libera da seconda progressione (PFS2) e la PFS intracranica.
Significativi miglioramenti nella sopravvivenza libera da progressione
Lo studio ha raggiunto l’endpoint primario di sopravvivenza libera da progressione (PFS) e, a un follow-up mediano di 22 mesi, amivantamab più lazertinib ha ridotto il rischio di progressione della malattia o di morte del 30 per cento rispetto a osimertinib (PFS mediana: 23,7 mesi contro 16,6 mesi; hazard ratio [HR]=0,70; 95 per cento intervallo di confidenza [CI] 0,58-0,85; P<0,001). La durata mediana della risposta (DOR) è risultata più lunga per i pazienti che hanno ricevuto amivantamab più lazertinib rispetto a osimertinib, con un miglioramento di nove mesi nella durata mediana della risposta (25,8 vs 16,8 mesi).
Lo studio MARIPOSA prevedeva che tutti i pazienti fossero sottoposti a imaging cerebrale seriale con risonanza magnetica (MRI), cruciale per una malattia in cui quasi il 30% dei pazienti sviluppa metastasi cerebrali. L’endpoint primario della PFS in MARIPOSA includeva questi eventi del sistema nervoso centrale (CNS) rilevati da sequenza da MRI cerebrali. La PFS mediana, censendo le prime progressioni solo a livello del SNC, è stata di 27,5 mesi per la combinazione di amivantamab e lazertinib, rispetto ai 18,4 mesi di osimertinib (HR=0,68; 95 per cento CI, 0,55-0,83; P<0,001).
«Questa combinazione terapeutica priva di chemioterapia ha già dimostrato miglioramenti significativi nella sopravvivenza libera da progressione. I dati più recenti confermano che l’impiego combinato di amivantamab e lazertinib può estendere la vita dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule e mutazioni comuni EGFR di almeno un anno rispetto all’attuale standard di cura, osimertinib», ha sostenuto Antonio Passaro, oncologo medico con incarico di alta specializzazione presso la Divisione di Oncologia Toracica dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano.
«Questi risultati rappresentano un passo avanti cruciale nella gestione di questa patologia: prolungare l’aspettativa di vita è un indicatore chiave dell’efficacia di qualsiasi trattamento oncologico. Lo studio MARIPOSA ha quindi confermato il potenziale trasformativo di questa combinazione come trattamento di prima linea, aprendo la strada ad un nuovo standard di cura e offrendo benefici concreti e clinicamente rilevanti per i nostri pazienti».
Sicurezza, tossicità ed eventi avversi
Il profilo di sicurezza della combinazione amivantamab e lazertinib è coerente con i risultati degli studi di fase 1-2, con eventi avversi per lo più di grado 1 o 2.
La tossicità è stata gestita con interruzioni e riduzioni della dose, insieme a misure terapeutiche di supporto comunemente utilizzate nel trattamento dei pazienti con NSCLC.
Gli eventi avversi legati al trattamento più comuni, di qualsiasi grado, sono stati la paronichia (68%), le reazioni correlate all’infusione (63%) e l’eruzione cutanea (62%).
La combinazione amivantamab più lazertinib ha presentato, inoltre, tassi più elevati di eventi avversi correlati alle mutazioni EGFR e della transizione mesenchima-epidermide (MET) e di tromboembolismo venoso rispetto a osimertinib, a eccezione della diarrea, per la quale i tassi erano più elevati per lo standard di cura.
Gli eventi avversi correlati al trattamento di grado 3 o superiore più comuni sono stati: rash cutaneo (15%), paronichia (11%), dermatite acneiforme (8%) ed embolia polmonare (8%).
Il tasso di interruzione di tutti i trattamenti dello studio a causa di eventi avversi per la combinazione è stato del 10%.
Il tasso di incidenza della malattia polmonare interstiziale (inclusa la polmonite) è stato del 3% in entrambi i bracci.
L’approvazione europea della combinazione amivantamab più lazertinib per il trattamento in prima linea del NSCLC localmente avanzato o metastatico con delezioni dell’esone 19 (ex19del) o mutazioni di sostituzione L858R dell’esone 21 (L858R) dell’EGFR si è basata sull’autorizzazione di estensione di indicazione ottenuta nel dicembre 2024 per amivantamab e sulla più recente autorizzazione all’immissione in commercio per lazertinib.